Come manipolare la comunicazione online (e come difendersi)

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manipolare la comunicazione

È possibile manipolare la comunicazione online? Sono mesi che siamo bombardati da infinite informazioni sul Coronavirus, spesso contrastanti tra di loro.

Per definirlo è stato addirittura coniato un neologismo: infodemia.

infodemia s. f. Circolazione di una quantità eccessiva di informazioni, talvolta non vagliate con accuratezza, che rendono difficile orientarsi su un determinato argomento per la difficoltà di individuare fonti affidabili

(Vocabolario Treccani)

Non sono una esperta di virologia né qualificata per parlare di medicina o prevenzione ma analizzo la situazione dal punto di vista della comunicazione digitale.

La manipolazione delle informazioni online

Ho terminato la lettura proprio in questi giorni Trust me, I’m lying di Ryan Holiday, un libro del 2013 che spiega come sia possibile la manipolazione dei blog e delle informazioni online.

Tutto parte dal capire come si diffondono le notizie sul web.

Di cosa vivono i blog?

I blog vivono di page view, cioè di numero di visitatori. Se un blog è molto visitato e letto allora diventa appetibile per la pubblicità, anzi saranno i brand stessi che vorranno mettere i loro banner o prodotti all’interno del sito.

Quindi più il blog viene visualizzato, più diventa monetizzabile.

Va da sé quindi che l’intento principale del blog è quello quello di attirare più persone possibili!

Parlo di blog perché nel libro di Ryan Holiday si parla principalmente di questo, ma lo stesso meccanismo funziona anche per i social network.

Qual è l’obiettivo primario dei social?

L’obiettivo primario dei social è quello di tenere le persone all’interno della piattaforma.

Una volta capito il meccanismo che muove le dinamiche digitali, siamo anche in grado di drogarne il sistema:

  • fare in modo che i miei lettori vogliano leggere sempre più articoli presenti nel sito o nel social
  • la loro permanenza deve durare il più a lungo possibile

Aumentare il tempo di permanenza sui siti

Una volta capito che il fine è quello di aumentare il tempo di permanenza degli utenti sui siti, vediamo come è possibile farlo.

Come ottenere questo risultato?

Si possono sfruttare tutti quei contenuti che per loro natura richiedono più tempo di fruizione:

  • video
  • articoli o pdf
  • caroselli di immagini
  • post lunghi

Ma aldilà dell’aspetto tecnico però, per incollare le persone al monitor è necessario che avere notizie eclatanti e che le persone abbiano voglia di leggere e approfondire.

Purtroppo però non sempre tutto ciò che avviene è esaltante o interessante, non sempre è degno di essere raccontato.

Come trasformare una banale notizia in una interessante?

Per trasformare una qualsiasi notizia interessante posso utilizzare diverse tecniche

1. Lo storytelling

Lo storytelling è una tecnica di comunicazione persuasiva che consiste nel raccontare una storia per attirare l’attenzione di uno specifico pubblico e veicolare un messaggio.

Pensa alle barzellette: la stessa storiella raccontata con enfasi, mimata, con l’aggiunta di dovizia di particolari la rende esilarante. Eliminati i fronzoli può anche perdere il potere esilarante.

2. L’importanza del titolo

L'importanza di un titolo

Quante volte sei stato attirato dal titolo di una notizia senza poi leggere realmente l’articolo o il post?

E quante volte il titolo non è altro che una frase clickbait?

Il titolo diventa per le notizie online l’equivalente dello strillone per i giornali venduti in strada: devono attirare l’attenzione.

E molto spesso nei titoli si inseriscono le domande.

 

3. L’utilizzo delle domanda nel titolo

Se io faccio una domanda, all’interno del testo stesso potrei anche smentire o dare una risposta negativa: utilizzo lo sviluppo dell’articolo per confutare la domanda del titolo. L’obiettivo è stato raggiunto, ho già catturato l’attenzione delle persone e ho fatto in modo che più elettori possibili entrassero all’interno del blog.

Se pensiamo questo trick in numeri o tempistiche di visualizzazioni significa che più persone hanno cliccato sul post, più persone sono entrate all’interno del blog o del social e ci sono rimaste a lungo, per lo meno il tempo di leggere e capire la risposta alla domanda presente nel titolo.

La lotta dell’attenzione dell’utente

Online assistiamo alla battaglia per l’attenzione.

L’immagine  sottostante, dello scorso anno, ci mostra quanti contenuti vengano postati ogni minuto.

Con questa mole di contenuti, emergere e farsi notare diventa molto complicato.

dati pubblicati ogni 60 secondi
Fonte: https://www.domo.com/learn/infographic/data-never-sleeps-8
contenuti pubblicati online ogni minuto nel 2019
contenuti pubblicati online ogni minuto nel 2019

 

La bolla di filtraggio

Oltre alla velocità e al numero di contenuti ai quali siamo esposti di elaborazione delle informazioni, il mondo digitale ci sottopone anche alle bolle di filtraggio.

Il termine è stato coniato dall’attivista internet Eli Pariser nel suo libro The Filter Bubble: What the Internet Is Hiding from You.

La bolla è il risultato del sistema di personalizzazione dei risultati di ricerche su siti che registrano la storia del comportamento dell’utente. Utilizzando le informazioni e i comportamenti dell’utente (posizione, click precedenti, ricerche passate) i siti scelgono selettivamente, tra tutte le i  contenuti, quelle che presumibilmente l’utente stesso vorrebbe vedere.

L’effetto finale è quello di escluderlo da informazioni che sono in contrasto con il suo punto di vista, isolandolo in questo modo sempre di più nella sua bolla culturale o ideologica.

 

Questo significa che più si interagisce con una tipologia di notizia (like, commenti, condivisioni ecc) e più i contenuti analoghi saranno sempre più presenti nei feed dei nostri social o nei risultati delle nostre ricerche.

Come vengono presentate le informazioni: il potere del framing

Un altro elemento importante è il contesto, come viene presentata una informazione, la cornice o framing.

Il Framing è il processo che porta a interpretare i problemi, gli eventi o la realtà in maniera diversa a seconda di come viene presentata loro l’informazione. In base dunque al frame o al “taglio” dato al contenuto può cambiare la percezione dell’informazione da parte di chi riceve il messaggio.

Il framing influenza la nostra percezione delle notizie perché ci aiuta a classificare e interpretare.

Lo stesso messaggio può essere presentato in maniera completamente opposta e apparire in termini positivi o negativi anche se oggettivamente l’informazione è la stessa:

«La carne di manzo è per l’80% magra» oppure «la carne di manzo è per il 20% grassa».

Bias cognitivo di conferma

I bias sono delle scorciatoie mentali che vengono intraprese dal nostro cervello per facilitare una scelta o una decisione, sono distorsioni cognitive.

Nel caso della comunicazione, spesso incorriamo in sbagli clamorosi perché irrazionalmente (ed erroneamente)si è vittime dal bias cognitivo di conferma.

Il bias di conferma è un processo mentale per il quale le persone tendono a muoversi entro un ambito delimitato dalle convinzioni già acquisite.

In pratica le persone tendono a ricercare, selezionare  ed interpretare informazioni in modo da porre maggiore attenzione, e di conseguenza attribuire maggiore credibilità, a quelle che confermano le proprie convinzioni o ipotesi andando poi, viceversa, ad ignorare o sminuire le notizie che le contraddicono.

Il tutto va ulteriormente a consolidare la bolla di filtraggio di cui ho parlato prima.

Come difendersi dalla manipolazione delle informazioni

L’importanza della pazienza

Adoro il digitale. Ho sempre sostenuto che il web per me è una finestra sul mondo. A portata di un click c’è tutta la conoscenza che ci interessa. Ma questa velocità ha anche un risvolto negativo: ci ha fatto perdere la pazienza. Non si ha più la capacità di aspettare, di darsi il tempo di ragionare, riflettere, elaborare.

C’è una soglia di attenzione limitata a pochi secondi e la battaglia per questi istanti online è feroce e accanita. Take it easy.

Ricerca delle fonti

Prenditi del tempo e accertati delle fonti, quelle ufficiali. Esistono siti con nomi verosimili o assomigliano a quelli reali. E questo può trarti in inganno se non poni la dovuta attenzione. Facci caso.

Laddove possibile prediligi le fonti ufficiali.

La responsabilità

Spesso complice la fretta, si mette un like o si condivide una notizia senza accertarsi della veridicità o della sua provenienza. Se ognuno di noi sentisse la responsabilità di quello che pubblica, così come ci esorta a fare il manifesto della comunicazione non ostile, forse anche le fake news sarebbero ridotte.

Il manifesto della comunicazione non ostile

 

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