Vision e mission sono gli elementi che identificano e differenziano le aziende: sono l’identità aziendale.
Anche le imprese infatti hanno un nome, un logo, un carattere, una personalità e dei valori differenti. Le aziende, così come le persone, non sono tutte uguali anche quando si occupano di un identico settore.
Le aziende acquisiscono, nel tempo, una reputazione e costruiscono delle relazioni con i loro clienti con i quali hanno della affinità, ovvero con coloro che sono in target.
È proprio questo è il motivo per cui si sceglie un brand rispetto ad un altro: i clienti si riconoscono nei valori trasmessi dal brand, provano della simpatia verso un’azienda piuttosto che per la sua concorrente, proprio come se fosse una persona.
È dunque importante, direi addirittura fondamentale, anche per le aziende, definire la propria identità prima di lanciarsi sul mercato.
Vision e Mission dei brand famosi
I brand più famosi hanno definito le loro Vision e coniugato le Mission in maniera molto chiara, spesso compaiono nei loro siti e ripetute nel marketing. Vediamo qualcuno di seguito
Vision e Mission di Walt Disney
Vision: Rendere felici le persone.
Mission: Essere l’azienda produttrice di divertimento più grande del mondo, mantenere la quota di mercato attraverso l’innovazione e la creazione di esperienze di divertimento.
Vision e Mission di Apple
Vision: Il mio sogno è che ci sia un computer in ogni casa.
Mission: Apple si impegna a fornire la migliore esperienza informatica a studenti, educatori, progettisti, scienziati, ingegneri, imprenditori e consumatori in più di 140 Paesi in tutto il mondo.
Vision e Mission di Technogym
Vision: Essere leader nel mondo come Wellness Solution Provider.
Mission: Aiutare le persone a stare meglio.
Vision e Mission di Google
Vision: Fornire l’accesso alle informazioni del mondo con un click
Mission: Organizzare le informazioni a livello mondiale e renderle universalmente accessibili e utili.
Vision e Mission di Coca-Cola
Vision: Offrire bevande di qualità, che anticipano e soddisfano i desideri e le esigenze delle persone.
Mission: Rinfrescare il pianeta.
Come definire l’identità aziendale?
Non importa che l’azienda sia una S.p.A internazionale o che si parli di one man brand – ovvero che l’azienda SIA una persona: si deve sempre partire dal definirne l’identità.
La descrizione della identità aziendale dovrebbe essere il risultato di una vera e propria analisi, non una scatola vuota che si è costretti a riempire per completare la voce “chi siamo” del sito web.
Ricordati che non tutti sanno di cosa ti occupi e, allo stesso tempo, non è sempre possibile dare una brochure alle persone che incroci: devi dunque essere in grado di spiegare quello che fai con chiarezza attraverso i mezzi che hai a disposizione, il web e i social, che lavorano per te 24×7.
Le definizioni tutte uguali e prive di un vero significato, in cui spesso ci imbattiamo sul web, non ci rivelano nulla dell’azienda. Anzi annoiano.
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Ma da dove partire per definire l’identità?
Ci sono alcune domande fondamentali che ci aiutano in questo percorso.
Per farlo, riprendo alcuni concetti del Golden Circle di Simon Sinek.
Cosa faccio?
Ogni singola società e organizzazione sa che COSA fa.
Non importa quanto sia grande o piccola la tua azienda, e neppure il settore in cui operi. Ognuno di noi è in grado di descrivere facilmente i prodotti o i servizi che una società vende o la propria funzione di lavoro all’interno del sistema: ognuno sa quello che fa, il COSA.
Il cosa in effetti è piuttosto facile da identificare.
Come lo faccio?
Alcune aziende e persone sanno come fanno quello che fanno.
È quella che viene definita come ”USP” (Unique Selling Proposition) ovvero la “proposta unica di vendita”. Il COME è spesso usato per spiegare come quello che viene fatto sia diverso (e/o migliore) rispetto alla concorrenza.
- Come faccio il mio lavoro?
- Che strumenti uso?
- Come mi muovo?
- Come mi differenzio rispetto ai concorrenti?
Il COME non è sempre così evidente come il COSA. Spesso si ritiene che il COME possa essere il fattore differenziante o quello che motiva il potenziale cliente ad effettuare una decisione di acquisto.
Ma non è esattamente così: c’è ancora qualche dettaglio mancante.
Perché lo faccio?
Se tutti conoscono il COSA, e qualcuno il COME, pochissime persone o aziende, invece, possono chiaramente articolare e spiegare per quale motivo fanno quello che fanno, ovvero il PERCHÉ.
La risposta monetaria ed economica qui non dovrebbe comparire: “lo faccio per soldi”!
Non si tratta di fare soldi – il fatturato è una logica conseguenza.
Il PERCHÉ non può essere “per pagare le bollette o il mutuo”. Anche se si tratta di una attività lavorativa e non di una passione, affermare “questo è quello che mi è capitato e devo arrivare a fine mese”, non darà certo al tuo potenziale cliente una idea di professionalità.
E sicuramente non scaturirà il desiderio di voler lavorare con te.
Il perché spiegato da Simon Sinek
Il PERCHÉ è quello che dice tutto sul tuo scopo, la causa o il credo. I valori.
- Perché la tua azienda esiste?
- Perché ti alzi dal letto la mattina?
- Perché ti dedichi a questa attività?
Riuscire a spiegare il PERCHÉ fa la VERA differenza.
Quando la maggior parte delle organizzazioni o persone pensa, agisce o comunica, lo fa muovendosi dall’esterno verso l’interno del cerchio (vedi l’immagine qui sopra), cioè parte dal WHAT muovendosi verso il WHY, dal COSA al PERCHÉ.
E questo accade perché si va dal tangibile, ovvero dal concreto, all’immaginabile, dal reale verso l’astratto, le idee e i valori.
Il percorso più corretto invece dovrebbe essere inverso: Il COSA e il COME dovrebbero essere una conseguenza del CHI SONO e del PERCHÉ lo facciamo.
È stato dimostrato, infatti, che utilizzando lo schema-Sinek del “perché-come-cosa”, facilitiamo il cervello nel suo apprendimento, lo aiutiamo cioè a recepire con più facilità e rapidità i concetti esposti.
Tutti sappiamo cosa facciamo, ma quasi nessuno di noi sa perché lo fa. Chiederti invece perché lo fai è fondamentale per costruire una tua strategia di comunicazione precisa ed efficace.
Le persone non comprano ciò che fai, comprano il perché lo fai.
S. Sinek
Più riuscirai a identificare, e quindi a spiegare, il tuo perché, meglio sarà definita la tua identità e quella della tua azienda.
Chi?
Anche se la elenco per ultima, Il CHI è la prima domanda da porsi quando si definisce l’identità di una azienda. Il CHI non riguarda l’appartenenza ad una famiglia (il cognome) o il semplice titolo di studio conseguito (sono un dottore, un ingegnere, un geometra, un avvocato…).
Quello si riferisce ancora al “Cosa sono”, che abbiamo visto in precedenza.
Ovviamente il CHI deve essere legato e attinente alla attività lavorativa svolta, senza limitarsi al curriculum vitae. È la domanda più difficile a cui trovare una risposta.
CHI SONO?
Ti faccio alcuni esempi:
- Chi sono: Sono una persona socievole, adoro lo sport e mi piace stare in mezzo alla gente.
- Attività: per questo essere un animatore sportivo mi permette di creare, attraverso lo sport, gruppi affiatati.
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- Chi sono: Adoro la natura e mi piace sentire la terra tra le mie mani, vedere come da un seme nasca una pianta, accudirla e farla crescere, sporcarmi le mani nell’orto.
- Attività: Trasferisco questa mia passione nella cucina rigorosamente a km zero, anzi, dal giardino alla tavola.
Se vuoi. un esempio, puoi leggere la mia pagina “Chi sono”.
Il CHI sei NON riguarda solo l’interno dell’azienda. Rispondere alla domanda CHI, serve anche a caratterizzarne in contesto in cui si opera:
- chi è il mio cliente?
- a chi mi rivolgo?
- a chi risolvo un problema?
- chi collabora con me?
il CHI ti aiuta a definire con attenzione e precisione la tua user-personas. Può sembrare un semplice esercizio di immaginazione, ma essere dettagliati e accurati nella sua identificazione ci permette di capire l’obiettivo, quale sia il bisogno che andiamo a risolvere, l’esigenza da soddisfare.
Non limitarti dunque alla segmentazione classica del marketing (donna/uomo – giovane/vecchio…): definisci la tua user personas proprio come se fosse una persona reale, con le sue abitudini di acquisto e di vita.
Quindi, riassumendo la prima domanda da porti è Chi?, subito dopo Perché lo faccio? e solo in seguito Come lo faccio? e Cosa faccio?
- CHI: chi sono? a chi mi rivolgo? il PROBLEMA che risolvo
- PERCHÉ: Quale è la tua causa? In che cosa credi? lo SCOPO
- COME: azioni specifiche per realizzare il perché. IL PROCESSO
- COSA: che cosa faccio? Il risultato del perché. La PROVA
Da tutte queste considerazioni, raccogliendo le risposte, possiamo finalmente andare ad identificare la Vision e la Mission aziendale!
Cosa è la VISION?
Il perché è in definitiva la VISION aziendale.
Trasformare il perché in una Vision diventa a volte impegnativo (soprattutto se vogliamo essere poi coerenti e mantenere questa vision nel tempo!). Ma farlo porta ad un livello di comunicazione più elevato!
La Vision altro non è che un’astrazione dell’immagine che l’imprenditore ha dell’azienda, i suoi valori più alti e gli ideali. È la proiezione di uno scenario futuro.
La Vision è proiettata sul futuro, è la visione di quello che vuoi raggiungere, una sorta di previsione. La vision quindi non è necessariamente fissa: una volta raggiunta e realizzata la previsione, si può ridefinire la Vision.
Per rendere la vision aziendale davvero efficace, questa deve essere esplicata e condivisa sia all’interno (con i vari livelli dell’intera organizzazione), sia all’esterno con i clienti e i fornitori. L’azienda può essere infatti paragonata come una grande barca a remi: la vision è la direzione da seguire. Se ciascun membro del team conosce e comprende dove effettivamente si voglia arrivare, tutti remeranno nella direzione che porta al raggiungimento della meta.
Cosa è la MISSION?
A differenza della Vision che è astratta, la mission è decisamente più concreta: il suo compito infatti è spiegare e rendere concreti i passi che permettono di realizzare la Vision. La Vision fissa gli obiettivi da raggiungere, la Mission spinge all’azione.
Se la Vision rappresenta il perché, la mission è dunque il come.
La Mission caratterizza l’azienda stessa e la differenzia dai competitor presenti sul mercato.
Al suo interno possono essere inseriti riferimenti a:
- la storia dell’impresa;
- il motivo della sua esistenza;
- il target di utenti;
- i valori che guidano l’azione;
- gli strumenti e i mezzi utilizzati;
- i bisogni a cui rispondere;
- le risorse disponibili
- le differenze rispetto alla concorrenza.
Se vogliamo darle un carattere temporale, la mission è il presente.